24/06/2018 - VALLE DELL'ALENTO E SAN LIBERATORE

Incantevole escursione che unisce la bellezza incontaminata e spettacolare delle sponde del fiume Alento con l’aspetto artistico della meravigliosa Abbazia di San Liberatore a Majella. L’itinerario ha inizio, infatti, proprio dalla splendida abbazia, nel territorio di Serramonacesca, provincia di Pescara, Abruzzo.

Il fiume Alento nasce a Serramonacesca, raggiunge la lunghezza di 45 chilometri e, dopo aver attraversato le province di Pescara e Chieti, và a sfociare nella provincia teatina.

A pochi metri dal monastero, seguendo le segnalazioni per le Gole dell’Alento, si scende in pochissimo tempo sull’alveo del fiume Alento ed a pochi passi di distanza ci si imbatte nella prima cascata.

L’ambiente è molto suggestivo, la vegetazione è rigogliosa e dirompente, ricca di tutte le specie adatte alle aree umide e palustri. Sono presenti pioppi, salici, felci, grovigli d’edera, aceri, frassini, carpini e molte altre varietà di piante idrofile. Anche dal punto di vista faunistico l’intera area può regalare intense emozioni. Non è impossibile, infatti, imbattersi in caprioli, volpi, ricci. Nelle acque del fiume, oltre alle trote, dimora il raro anfibio ululone dal ventre giallo (bombina variegata).  

Il sentiero è costellato di ponticelli e piccole cascate e l’unico rumore che si sente è il continuo scrosciare delle acque del fiume che scorrono con continui salti e mulinelli. Man mano che si percorre il viottolo le suggestive gole rocciose si fanno più ampie e più alte fino a condurci nell’area più scenografica del canyon, un grande spazio dove il fiume, scanalando le cedevoli rocce di tufo, ha dato origine a particolari forme di erosione, rendendo flessuose anche le più aspre rocce. 

Nella parete rocciosa di sinistra, alta una ventina di metri, si scorgono cinque cavità scavate nella roccia. Siamo arrivati nel complesso delle Tombe Rupestri di San Liberatore a Majella. Le cinque piccole caverne corrispondono a tre tombe, una piccola nicchia e una piccola cappella. Le tombe hanno la sembianza di catacombe cristiane, a forma di sarcofago coperto da un arco, e sono conosciute anche con il nome antico di arcosolio (arcosolium), antico tipo di architettura usata per monumenti funebri. Nella nicchia è presente un basamento dove probabilmente, un tempo, si poggiava una statua raffigurante San Giovanni. A sinistra della cappella si può osservare una piccola vasca usata per la raccolta di acqua piovana, che, probabilmente, fungeva anche da acquasantiera. Non essendo arrivato a noi alcun documento storico riguardante le Tombe Rupestri, da alcuni ricercatori si è ipotizzato che fossero state create da un gruppo di eremiti, tra l’VII ed il IX secolo.

Da lì il sentiero prosegue costeggiando sempre le sponde del fiume Alento. Data l’altissima umidità, le rocce sono completamente verdi perché ricoperte di muschio che le rende molto scivolose. Continuando a camminare si incontrano tre aree denominate Pozza dei Cinghiali, Area delle Trote ed Area della Cascata. Poco dopo si giunge alla fine del percorso delle Gole dell’Alento, con la possibilità di proseguire attraverso il bosco in direzione della Torre di Polegra, edificazione posta a difesa dell’Abbazia di San Liberatore a Majella, insieme a Castel Menardo. 

L’escursione si presenta piuttosto semplice, non presentando dei grandi ostacoli o salite impegnative. Data la alta scivolosità di quasi tutta l’area si consiglia, comunque, di essere molto prudenti.

Qui sotto le Foto:

https://www.dropbox.com/sh/y3vdm8eugjclnsv/AADXBpJGeIdCcNBfLwAjy-W1a?dl=0

https://www.dropbox.com/sh/y3vdm8eugjclnsv/AADXBpJGeIdCcNBfLwAjy-W1a?dl=0Incantevole escursione che unisce la bellezza incontaminata e spettacolare delle sponde del fiume Alento con l’aspetto artistico della meravigliosa Abbazia di San Liberatore a Majella. L’itinerario ha inizio, infatti, proprio dalla splendida abbazia, nel territorio di Serramonacesca, provincia di Pescara, Abruzzo.
 
Il fiume Alento nasce a Serramonacesca, raggiunge la lunghezza di 45 chilometri e, dopo aver attraversato le province di Pescara e Chieti, và a sfociare nella provincia teatina.
 
A pochi metri dal monastero, seguendo le segnalazioni per le Gole dell’Alento, si scende in pochissimo tempo sull’alveo del fiume Alento ed a pochi passi di distanza ci si imbatte nella prima cascata.
 
L’ambiente è molto suggestivo, la vegetazione è rigogliosa e dirompente, ricca di tutte le specie adatte alle aree umide e palustri. Sono presenti pioppi, salici, felci, grovigli d’edera, aceri, frassini, carpini e molte altre varietà di piante idrofile. Anche dal punto di vista faunistico l’intera area può regalare intense emozioni. Non è impossibile, infatti, imbattersi in caprioli, volpi, ricci. Nelle acque del fiume, oltre alle trote, dimora il raro anfibio ululone dal ventre giallo (bombina variegata).  
 
Il sentiero è costellato di ponticelli e piccole cascate e l’unico rumore che si sente è il continuo scrosciare delle acque del fiume che scorrono con continui salti e mulinelli. Man mano che si percorre il viottolo le suggestive gole rocciose si fanno più ampie e più alte fino a condurci nell’area più scenografica del canyon, un grande spazio dove il fiume, scanalando le cedevoli rocce di tufo, ha dato origine a particolari forme di erosione, rendendo flessuose anche le più aspre rocce. 
 
Nella parete rocciosa di sinistra, alta una ventina di metri, si scorgono cinque cavità scavate nella roccia. Siamo arrivati nel complesso delle Tombe Rupestri di San Liberatore a Majella. Le cinque piccole caverne corrispondono a tre tombe, una piccola nicchia e una piccola cappella. Le tombe hanno la sembianza di catacombe cristiane, a forma di sarcofago coperto da un arco, e sono conosciute anche con il nome antico di arcosolio (arcosolium), antico tipo di architettura usata per monumenti funebri. Nella nicchia è presente un basamento dove probabilmente, un tempo, si poggiava una statua raffigurante San Giovanni. A sinistra della cappella si può osservare una piccola vasca usata per la raccolta di acqua piovana, che, probabilmente, fungeva anche da acquasantiera. Non essendo arrivato a noi alcun documento storico riguardante le Tombe Rupestri, da alcuni ricercatori si è ipotizzato che fossero state create da un gruppo di eremiti, tra l’VII ed il IX secolo.
 
Da lì il sentiero prosegue costeggiando sempre le sponde del fiume Alento. Data l’altissima umidità, le rocce sono completamente verdi perché ricoperte di muschio che le rende molto scivolose. Continuando a camminare si incontrano tre aree denominate Pozza dei Cinghiali, Area delle Trote ed Area della Cascata. Poco dopo si giunge alla fine del percorso delle Gole dell’Alento, con la possibilità di proseguire attraverso il bosco in direzione della Torre di Polegra, edificazione posta a difesa dell’Abbazia di San Liberatore a Majella, insieme a Castel Menardo. 
 
L’escursione si presenta piuttosto semplice, non presentando dei grandi ostacoli o salite impegnative. Data la alta scivolosità di quasi tutta l’area si consiglia, comunque, di essere molto prudenti.